Se ti stai chiedendo chi è lo psicologo e di cosa si occupa, potresti ritenere interessante questo breve ed esemplificativo racconto di Milton H. Erickson:
Un giorno, mentre stavamo tornando da scuola, un cavallo senza cavaliere, con le briglie sul collo, superò al gran galoppo il nostro gruppo e si infilò nel cortile di una fattoria in cerca di un sorso d’acqua. Grondava di sudore.
Siccome il contadino non lo riconosceva, mi avvicinai e gli salii in groppa; dato che aveva le briglie, afferrai le redini gridando: "Su, andiamo!" e puntai verso la strada. Sapevo che il cavallo avrebbe preso la direzione giusta, ma non sapevo quale fosse la sua direzione.
Il cavallo trottava e galoppava. Ogni tanto abbandonava la strada e prendeva per i campi. Allora tiravo le redini e richiamavo la sua attenzione sul fatto che era tenuto a mantenere la strada.
Infine, dopo quattro miglia dal posto dove lo avevo incontrato, entrò nel cortile di un’altra fattoria. Il contadino disse: "Ah, è così che si torna a casa?!" e rivolgendosi a me: "Dove l’hai trovato?"
"A circa quattro miglia da qui", risposi.
"Come hai fatto a sapere che sarebbe venuto qui?"
Risposi: "Non lo sapevo io… lo sapeva lui. Quello che ho fatto io è fargli mantenere viva l’attenzione sulla strada".
Milton H. Erickson
Phoenix, Arizona
21 marzo 1978
In questo racconto metaforico, il cavallo rappresenta la persona che, allontanatasi dal sentiero, necessita di una guida per ritrovarlo. Allo stesso, modo, il cavaliere simboleggia lo psicologo, che – in qualità di guida, non di direttore – aiuta il paziente a ritrovare la giusta direzione.
Spesso, nel rivolgersi allo psicologo, il paziente cerca risposte. Tuttavia, il terapeuta non è in grado di soddisfare tale richiesta; se lo facesse, difatti, fornirebbe all'utente soluzioni adatte esclusivamente alla sua persona.
Questo breve testo, però, insegna che ognuno ha dentro di sé le risposte che cerca, la propria strada, che, sotto la guida esperta dello psicologo, può ritrovare, senza perdere di vista i propri obiettivi.
Lo psicologo, dunque, nel suo lavoro quotidiano, adotta un approccio non direttivo, rispettando l'autonomia del paziente, promuovendone le capacità di autodeterminazione e rafforzandone le capacità di coping e problem solving.
Il terapeuta, inoltre, non impone soluzioni, ma fornisce supporto, creando un ambiente sicuro – caratterizzato da empatia, rispetto, assenza di giudizio, riflessione e dialogo – in cui il paziente può apprendere strumenti e strategie per affrontare le difficoltà, esplorare i propri pensieri e sentimenti e sviluppare una maggiore consapevolezza dei propri schemi comportamentali e delle possibili alternative, trovando così le proprie risposte.
In conclusione, l'obiettivo finale di un percorso psicologico è dunque l'empowerment del paziente, ovvero l'acquisizione di maggiore controllo sulla propria vita e la capacità di affrontare le difficoltà in modo autonomo e resiliente.